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Badia a Montemuro Radda in Chianti

LOCALITÀ

Badia a Montemuro

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Badia a Montemuro


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Badia a Montemuro sorge a 706 metri di altezza sui fianchi del Monte San Michele. La storia del borgo è strettamente legata con quella dell'Abbazia di Montemuro, oggi chiesa di san Pietro a Montemuro. I resti dell'Abbazia costituiscono la parte più interessante della frazione. La chiesa di Montemuro venne consacrata dai Cardinali Umberto di Silva Candida e Pietro di Tuscolo nel 1058. Nel 1078 risulta già attiva una comunità monastica e nel 1125 una bolla del papa Onorio II conferma il monastero all'ordine Camaldolese, che quindi già da tempo si erano stabiliti nella zona; ai Camaldolesi venne confermata anche la vicina chiesa di San Michele. All'inizio del XIV secolo la zona era di proprietà della famiglia dei Franzesi, signori di Staggia Senese. Niccolò Franzesi, capo della famiglia, nel 1308 dopo essere stato dichiarato fallito dal comune di Firenze e sottoposto a sequestro dei suoi beni si ribellò all'autorità e si asserragliò ponendo in assetto di guerra le sue proprietà tra cui il castello di Staggia e la Badia a Montemuro.
Intorno alla metà del Trecento la Badia tornò in possesso dei camaldolesi ma all'inizio del XVI secolo questi la unirono al loro Monastero di San Benedetto di Firenze. Quando nel 1529 , durante l'Assedio di Firenze, il monastero di San Benedetto venne distrutto la Badia fu unita al Monastero degli Angeli, che ne mantenne il possesso fino ai primi anni del XIX secolo. Dopo la soppressione napoleonica l'abbazia andò incontro all'abbandono che fu il prologo al crollo di quasi tutte le strutture; quello che si è salvato è stato riutilizzato nella chiesa di san Pietro a Montemuro. La chiesa di San Pietro è stata costruita con i materiali recuperati dall'Abbazia. La chiesa è una semplice chiesetta ad aula unica, la facciata presenta un'apertura circolare sopra il portale di Ingresso, le mura sono composte da bozze di alberese. Della vecchia chiesa abbaziale è rimasto il braccio sinistro del transetto che in origine era coperto con una volta a crociera, l'esistenza di questa parte della chiesa abbaziale fa capire che l'edificio religioso in antico era costituito da una chiesa con pianta a croce latina ad unica navata con transetti sporgenti, secondo uno schema abbastanza diffuso tra le chiese abbaziali.
Fino alla fine degli anni settanta presso la chiesa si erano conservati alcuni capiteli erratici in arenaria (oggi dispersi). Uno di questi presentava agli angoli delle aquile ad ali spiegate, dimostrando una notevole affinità con i capitelli della non lontana pieve di Santa Maria Novella.

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